Viviamo in un tempo strano che si dibatte fra tecnologia e magia. Memoria e rifiuto, perdita di certezze e il perenne dubbio di essere raggirati, sfruttati, perseguitati; si è perso il piacere di fermarci a leggere un verso, un racconto diverso, dove tra realtà e fantasia si trovano frammenti della vita tua e mia.
Grigi e squadrati come i palazzi delle città moderne, siamo disabituati al bello, se non a quello che postiamo per esibizionismo sui social; sempre pronti alla rivolta ci sfugge cosa sia la gentilezza e la grazia. Sono queste le caratteristiche del libro di racconti di Paolo Baroni: Particelle, edito da Alalibri di Livorno.
È con gentilezza e grazia che Baroni snocciola nei suoi racconti, brevi e intensi come una poesia, tutta la sostanza della vita umana, suddivisa e studiata in Particelle, come vuole la teoria quantistica.
Paolo Baroni è un poeta e la poesia nella sua prosa veste abiti di semplici parole che, come schizzi d’acquerello, chiaroscuri e colori pastello, si avvicendano di storia in storia a formare un tutt’uno che è la vita nelle sue multiformi esistenze.
Ho letto con piacere il libro di Paolo, perché senza nessun presupposto didascalico, cavalca il nostro quotidiano, che si dibatte tra: tecnologia e magia, progresso e regresso, laicismo ed estremismi religiosi.
Sono le contraddizioni e i dubbi, i sogni e le speranze di chi ha attraversato il secondo Novecento e osserva la loro frantumazione nei volti dei suoi figli migliori, costretti a emigrare per avere soddisfazione nella carriera e nella vita.
È la memoria di un tempo passato che permette al presente di essere compreso.
È la drammaticità ossimorica di un gesto d’aiuto che si rivela fatale. È l’insegnamento alla musica, al bello che predispone l’anima all’arte.
È tutto questo e tanto altro che si scopre leggendo Particelle di Paolo Baroni di Alalibri, un libro che consiglio perché punge l’anima e sprona la mente.
Silvia Leuzzi
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