Perché reputo utile parlare con la poesia
Le poesie chiacchierate
Su esortazione di un amico, provo a dare una spiegazione del perché ho avuto l’idea di presentare, in questo blog le mie poesie chiacchierate.
Il motivo principale che mi ha spinto a utilizzare le liriche come fonte di conversazione è dimostrare che la Poesia è comunicazione, al pari di tutte le altre arti.
Ai giorni nostri, si è perso completamente il piacere di leggere liriche poetiche, perché tali letture ci ricordano la scuola, con tutte le trepidazioni e le angosce provate, pertanto un forte olezzo di muffa si sprigiona dai nostri versi.
In Italia si legge poco di tutto, ma ahimè si scrive molto, troppo, soprattutto poesia: ma che poesia?
L’Amore la fa da padrone, la Natura e tutto quell’apparato ormai consumato di luoghi comuni nei quali abbiamo soffocato l’arte poetica.
Io voglio dimostrare che la poesia è in ogni nostra azione quotidiana; che i pensieri, che affastellano la nostra mente, sono fili di poesia, mischiati a brandelli di musica e schizzi di colore.
Perché la poesia parla all’anima e al cuore, di rado alla mente, che invece ne rimane affascinata, se della poesia comprende l’emozione trasmessa.
È ora di ridare vita a quest’Arte, che tra tutte è la più eletta e la più ignorata, il ruolo che le compete.
La bellezza del linguaggio poetico
Per permettere di avvicinare tutti alla bellezza del linguaggio poetico, che spesso è ostico, ho deciso d’integrare i miei versi con la prosa.
Voglio provare, nel limite delle mie incapacità, a ripulire la muffa e la polvere che si è stratificata sui versi poetici, togliendo loro la luce, il calore e l’afflato panico.
Mi auguro veramente di contribuire con queste mie conversazioni ad appassionarvi alla Poesia e a stimolare la lettura delle liriche, magari semplicemente andando a riaprire la vostra vecchia antologia di letteratura dei tempi di scuola.
Sicuramente il giorno che questo succederà non avrò più motivo di scrivere prosa sotto i versi e, se così possiamo dire, riterrò assolto il mio compito.
La poesia è libera
Ora, dopo tanto parlare, non potevo lasciarvi senza due versi.
Questa che posterò qui di seguito si chiama: La poesia è libera.
È una lirica che ha la presunzione di lanciare un appello morale, perché parla di Senso Civico, che credo sia tra i problemi che affliggono di più il nostro quotidiano.
Il senso civico entra in ogni nostra azione, in ogni nostro pensiero e la poesia ha la libertà di giocare con le parole, per renderlo più digeribile e meno noioso, o almeno lo spero!
LA POESIA È LIBERA
La poesia gioca con le parole,
le scompone, le deride.
Se diciamo Senso Civico
chi di noi sa cos’è?
Finché parliamo di Senso,
tutti quanti c’eccitiamo
e i pensieri rotoliamo
tra lenzuola e divano.
Ma sul Civico che dire?
Che è un numero sul portone;
che è un obbligo per l’altro;
che è di tutti e di nessuno;
che se il mio portone chiude bene
anch’io dormo bene.
E se qualcuno la pensa diversamente?
Magari ci crede veramente
che il senso non sia solo piacere
e il civico solo un numero,
e li mette insieme arditamente?
Peggio per lei o lui che sia.
Qui a casa mia la porta è chiusa,
i bimbi a letto, il desco è pieno
della comunità faccio a meno.
La poesia gioca con le parole,
le scompone, le deride,
ma almeno le dice!
La foto in evidenza è di Silvia Leuzzi, quella qui sopra è di Andrea Piacquadio da Pexels.