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In viaggio con Pinocchio

Alle radici di un’idea

#PABlog Tema 2: Una fiaba o una favola moderna

Un viaggio un po’ diverso quello che sto per raccontarvi. Si tratta, infatti, di un per-corso di scrittura autobiografica e creativa dal titolo “In viaggio con Pinocchio”, che ho condotto da marzo ad aprile 2024 nella biblioteca comunale di Santa Croce sull’Arno con il sostegno dell’Amministrazione comunale e il patrocinio di ALA. Con le partecipanti abbiamo intrapreso un vero e proprio viaggio all’ esplorazione di sé in compagnia del famoso burattino di legno, nato dalla fantasia dello scrittore fiorentino Carlo Lorenzini detto Collodi. Il corso ha combinato momenti di lettura, analisi di testi, ascolto di brani musicali, osservazione di immagini, scrittura autobiografica e creativa, riflessioni sulle proprie esperienze di vita e sulle proprie “avventure”. 

Ciò che ha fatto nascere in me l’idea di realizzare un corso su questo affascinante tema, che mette in connessione il viaggio, la fiaba e l’esplorazione di sé, sono stati alcuni eventi, con aspetti comuni anche se cronologicamente distanti tra loro: il compleanno di Pinocchio 2024; il brano su “ Le avventure di Pinocchio” scritto da Cinzia Capuano e letto ad alta  voce da Duccio Demetrio nella biblioteca di Santa Croce sull’Arno, nel marzo 2019;  l’incontro con il pittore Graziano Guiso in una libreria di Marina di Carrara nell’ ottobre 2022; il nome di Pinocchio che era stato dato prima del 1924 a San Miniato Basso, un paese vicino a dove abito. 

“Le avventure di Pinocchio – scrive Cinzia alla fine del suo racconto – devono aver lasciato sicuramente un’indelebile traccia nella mia tenera psiche di bambina e ora che sono oltre l’età che può considerarsi adulta, mi sono chiesta quanto sono stata Pinocchio nella mia vita, quanti gatti e volpi ho incontrato e quante volte, nell’intento di aiutare qualcuno, ho fatto la fine del grillo parlante. 

Come non porsi le stesse domande pensando alla propria vita? 

Dell’artista apuano Graziano Guiso, che ho conosciuto durante la presentazione del libro di poesie di una cara amica, mi ha affascinato il suo modo di dipingere definito dalla critica “onirico” e il suo amore per la figura di Pinocchio. Ha realizzato, infatti, ventitré dipinti ispirati a momenti salienti della fiaba di Collodi che sono stati esposti in diverse mostre. Il libro, tratto da una di queste esposizioni dal titolo “Pinocchio ha gli occhi verdi”, come gli occhi di sua moglie scomparsa nel 2021, è stata la fonte di ispirazione per il corso di scrittura. Le immagini dei dipinti, i colori intensi e sfumati, ottenuti con tecniche miste, hanno catturato la mia attenzione e anche quella delle partecipanti al corso, che si sono lasciate andare a pensieri e riflessioni sulla scia di questi stimoli visivi. 

Riguardo al nome di “Pinocchio” dato a San Miniato basso, da una ricerca storica effettuata da Franco Moscadelli si legge che : Delle terre del “Pidocchio” ne troviamo la prima notizia in una obbligazione, scritta a Lucca il 25 luglio del 1907, dove facendosi riferimento a questa località, posta sul bivio della strada Regia di Pisa e quella rotabile che scende da San Miniato, fra la posta dei cavalli alla Scala e il borgo di Santa Gonda sotto Cigoli, gli viene attribuito il nome di “Pinocclo”, in gergo “Terre del Pidocchio”. (Archivio diocesano di Lucca ndr.)”.
Del perché avesse questo nome mi hanno incuriosito le tre versioni che sono state date nel tempo: la prima, forse la più reale, era che il nome dispregiativo di pidocchio venisse dato dagli abitanti di questa località ad un certo Adalberto, che abitava in zona, noto per lasua insistenza nel richiedere il pagamento della somma, con rispettivi frutti, che Pietro vescovo di Lucca, aveva concesso e prestato; nella seconda versione, piuttosto fantasiosa, si racconta che, sotto il ponte del fiume che attraversava la zona, si fermavano le carovane degli “zingari”, che qui si lavavano per liberarsi dai parassiti; nella terza, infine, si legge che ai margini del ponte sul rio, che attraversava la statale Pisa-Firenze, c’era un enorme pino e quando qualche barrocciaio, certo della potenza del suo cavallo e della stabilità del suo mezzo di trasporto, faceva capire agli altri carrettieri che per lui, lungo la strada, non esistevano problemi di difficoltà ed ostacoli, si sentiva mettere in guardia dagli altri con la popolare espressione: “Al ponte al pino, occhio!” Da questa espressione ad arrivare a dire poi “Ponte al Pinocchio” il passo fu breve.

Concludo con le riflessioni di una partecipante, invitando anche a ri-leggere “Le avventure di Pinocchio” e a lasciarvi incantare dai dipinti di Guiso*:
Siamo tutti burattini in cerca della nostra essenza più autentica e la storia di Pinocchio ci invita a intraprendere un viaggio interiore verso una nostra realizzazione personale, che sarà fatta di nuovi errori, ma costruttiva e alla ricerca di conoscenza che può trasformarci in individui sempre più consapevoli e realizzati…in conclusione il nostro destino è nelle nostre mani …e solo l’amore, la nostra umanità è quell’energia che ci aiuta a trasformarci. 


Opera di Graziano Guiso

Grazia Chiarini

Pubblicato inBlogPronti attenti blog

2 commenti

  1. Viaggiare significa esplorare per conoscere il mondo e se stessi. Leggere significa esplorare la vita e il pensiero di altri per migliorare noi stessi. Le fiabe sono un viaggio nel fantastico per capire la realtà.
    Grazia ci indica un modo intelligente per incantarci davanti alla bellezza del mondo, della vita, della parola e della profondità dell’animo umano. Grazie.

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