Riflessioni psicologiche sulla vita
Se per caso vi si domandasse: vorresti una vita infinita, che risposta dareste?
Secondo me non è del tutto scontato. Perché sorge una domanda: come sarebbe, questa vita infinita? Quali gli aspetti negativi, se ve ne sono? Ecco una breve carrellata di risposte. Tutte col sorriso sulle labbra.
Il riposo. Una vita di infinita durata significa che puoi fare tutto, ma proprio tutto l’immaginabile, perché hai un tempo infinito a disposizione… ma se hai un tempo infinito a disposizione per fare tutto, che fretta c’è? Tanto per incominciare, si potrebbe riposare per un tempo… infinito… e solo dopo incominciare a essere o fare qualcosa.
Inopinatamente, l’eguaglianza: avvisare Carletto Marx che la rivoluzione è obsoleta. Se tu hai un tempo infinito a disposizione, e ce l’hanno tutti, allora quello che tu hai fatto in questo tempo infinito (cioè tutto quanto è possibile fare), anche tutti gli altri lo avranno fatto… in altri termini, saremmo tutti eguali. Perché, come afferma Borges, ogni uomo è il prodotto delle sue circostanze. Ma queste, essendo infinite, sarebbero le stesse, prima o poi, per tutti, perché sono tutte le infinite circostanze possibili. Che gusto ci sarebbe allora, a vivere? Ogni uomo sarebbe tutti gli uomini. E viceversa, tutti gli uomini sarebbero lo stesso uomo. Allora, viva la disuguaglianza? Sì.
Conosci te stesso… ricordate? Ma come sarebbe possibile, se, per un tempo infinito, non si fa altro che infinite cose? Conoscere sé stessi sarebbe, per definizione, un compito dalla durata infinita… e quindi l’obiettivo, irraggiungibile.
I viaggi del viaggiatore che vive per sempre. C’è qualche problemino, nella vita eterna, nevvero? Con un tempo infinito a disposizione si avrebbe modo di visitare l’intero uni-multiverso… e fare tappa in ciascun suo mondo o stella per un tempo infinito… (paradossi degli infiniti)… ma, a ben guardare, qualcuno potrebbe concludere che ciò non sarebbe meno noioso di vivere eternamente su questa Terra.
La domanda dunque resta: perché sarebbe desiderabile una vita eterna? Ammesso che, beninteso, un perché ci sia e non ce ne siano infiniti. Perché, se il loro numero è infinito, allora per rispondere alla domanda impieghereste un tempo infinito.
Mutiamo punto di osservazione. L’eternità non è una cosa vaga e indefinita. È un concetto semplice da esprimere: si vive per un tempo infinitamente grande. Cioè, per sempre. Per sempre. Naturalmente, alla semplicità dell’espressione corrisponde una idea che dà le vertigini. Vivere in eterno? Allora non si muore mai?
Non è detto. Anche se, logicamente parlando, una vita senza fine, intanto, vuol dire una vita senza vecchiaia. L’orologio biologico, per come lo conosciamo, deve fermarsi. Dunque è necessario alterarlo, se vogliamo vivere in eterno. Ma se è possibile fare questo, allora diventa possibile sconfiggere ogni malattia, presente e futura. Sì ma… e gli ospedali? Beh. Con un tempo infinito a disposizione, perfino in Italia diventerebbe possibile curare tutti e bene. E se muori prima che l’Italia si adegui? Uhm. Scusate, a questo non ho pensato.
Proseguiamo. Quindi l’ipotesi, adesso, è: siete eternamente giovani. O, per lo meno, avete la possibilità di esserlo. Scegliereste di essere eternamente giovani? Non vi affrettate a rispondere. Intanto, ci sono alcuni problemi etici da risolvere, perfino per giovani eterni. Il primo, anche se non il più facile, è: se hai un tempo infinito a disposizione, che cosa fai? Nulla? Oppure fai tutto quello che c’è da fare? In entrambi i casi, avresti infinite giornate egualmente vuote o infinite giornate egualmente piene e identiche. Infatti, prima o poi, rifaresti le stesse cose, per un numero infinito di giorni. Che sapore avrebbe una giornata che si sa identica a infinite altre giornate? Immaginate di essere un tifoso romanista, che perde infinite volte il derby con la Lazio. Piacevole, la prospettiva?
E… se la vita fosse infinita… aumenterebbe l’onestà? Forse no. Ma con un tempo infinito a disposizione anche la polizia italiana finirebbe per scoprire gli autori di tutti i delitti. Ma…e le pene? L’ergastolo come sarebbe? E comunque: qualunque numero finito di anni di prigione sarebbe trascurabile rispetto alla lunghezza della vita.
Eppoi altre domande cruciali. Quando si andrebbe in pensione? Mai? Quanti parenti avrei? Un numero infinito. Quanti mogli? Un’infinità. E quante suocere? Altrettante. La infini-poligamia sarebbe lo sbocco naturale e desiderabile? Sì? Calma: pensate alle cozze inguardabili ma belle dentro, che avete conosciuto nella vostra vita, e ragionate, prima di rispondere. Lo stesso vale, evidentemente, anche per le donne.
E alle religioni, cosa accadrebbe? Molte vedono questa vita come preparazione a quella futura, post mortem. Ma se la morte non c’è? Passereste un tempo infinito a fare anticamera di fronte al Paradiso?
Ma, forse, si può obiettare che tutto si fermerebbe: prima di fare qualunque cosa, ciascuno riceverebbe un numero infinito di suggerimenti e di consigli. E ci vorrebbe un tempo infinito per ascoltarli e scartarli tutti. Infine: visto che la mente umana contiene e può contenere solo un numero limitato di ricordi, avendone un numero infinito, come farei? Ogni giorno a scaricare l’hard disk? E ci sarebbe un piccolo problema aggiuntivo: cosa cancellare? Cioè di quali ricordi liberarsi? Non pare un problema banale.
Insomma, avete capito.
Se mai qualcuno vi offrisse una vita eterna, il mio consiglio sarebbe: giocate, subito, alla roulette russa, con sei pallottole sei nel tamburo da sei.
Le foto sono concesse da Unsplash, ad eccezione della foto del deserto che è di Luciana Russo.