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Buon Natale da Greta

Foto di Unsplash e di Paolo Baroni

Considerazioni natalizie

La bambina Greta, nel suo primo discorso che fece tanto clamore, disse qualcosa che stiamo dimenticando: “Dovete smettere di estrarre petrolio e carbone e dovete smettere oggi…”.

La produzione dei rifiuti

La frase non mette l’accento sui rifiuti né sul loro smaltimento o riciclaggio ma sulla produzione dei rifiuti. È quella produzione, che è la produzione industriale che discende dal petrolio e dalle altre materie prime estratte dal sottosuolo, che deve cessare e deve cessare oggi.
Ponendo lo sguardo al nostro personale consumo e produzione di rifiuti, non ci rendiamo conto delle quantità in gioco. Solo guardando alle quantità prodotte dall’industria si percepisce l’enormità del delitto che commettiamo.
Guardate le distese di auto nuove nei pressi del porto: saranno un gigantesco rifiuto fra pochi anni. Dove le metteremo? Inutile riciclare, solo ritardiamo il momento della loro fine, mentre una spaventosa produzione, milioni di auto al giorno, incrementa costantemente il totale delle macchine da smaltire, riciclate o meno.

Ho prodotto per 19 anni polistirolo. La produzione era di 90 tonnellate al giorno. Abbiamo un’idea del totale? Impianti come quello di Livorno, in Europa ce ne erano sette. Dov’è ora tutta quella indistruttibile plastica? Che farne? Riciclarla? Riciclarla mentre continuiamo a produrla?  Ma non prendiamoci in giro!
Bisogna prendere coscienza del fatto che l’inquinamento non esce dalla fabbrica con l’acqua di scarico o il fumo della ciminiera: l’inquinamento esce dal cancello, pulito e confezionato. Non inquinare significa non produrre o produrre lo stretto necessario.
Invece la produzione industriale deve aumentare e noi ci vantiamo di questo. Noi, poveri fessi.

L’invito perentorio della piccola Greta è la sola risposta ragionevole.
Non estrarre petrolio e carbone significa fermare il novanta percento della produzione industriale, la produzione dei rifiuti.

Il sistema

Greta poi, alla frase riportata sopra, ha aggiunto (e questa aggiunta è stata ancora di più dimenticata):
“… se il vostro sistema non ve lo permette, cambiate il sistema”.

Il sistema è il sistema economico mondiale che si regge sul circolo produzione – consumo – produzione, in una spirale sempre più veloce. Questo sistema economico non può cambiare: solo il ridurre la produzione industriale porterebbe a un disastro spaventoso. Miliardi di uomini e donne, perdendo il posto di lavoro, si troverebbero privi di risorse e destinati a morte certa.

Ma questo è il cuore del problema: il sistema economico che deve essere completamente cambiato per affrontare seriamente il problema dell’inquinamento planetario. Il resto è bla bla bla, come le recenti conferenze sul clima insegnano.
O meglio: non solo un vano parlare, ma il tentativo ben riuscito di manipolare le coscienze e far credere che quello stesso sistema economico industriale che ci ha portato al disastro, dal disastro possa salvarci, a maggior gloria di ricchi e potenti.

L’economia di mercato è fonte e radice del disastro ecologico. L’economia di mercato deve salire sul banco degli imputati; solo la sua ferma condanna può salvarci.
Il resto è aria fritta, un barattolo di vernice verde sul nero della morte del pianeta: la green economy.

Pensierino di Natale per sollevare il morale

Ogni famiglia è felice di decorare con luminarie varie la propria casa, a partire dalle luci dell’albero per finire a quelle del balcone.
Supponiamo che ogni famiglia impegni, a questo scopo, 300 Watt di energia. (Una lampadina o poco più).
Supponiamo che, in Italia, ci siano 15 milioni di famiglie. La potenza totale sarebbe di 4 miliardi e 500 milioni di Watt, cioè 4 milioni e 500 mila KiloWatt.
Supponiamo che queste luci siano accese per 5 ore al giorno per 20 giorni (ma sarà certamente di più).
Il consumo di energia sarà: 22 milioni e 500 mila kwh (KiloWattOra) al giorno e 450 milioni di Kwh totali.
Tradotti in energia termica corrispondono a 387 miliardi di calorie.

 Trascurando i rendimenti delle centrali termo elettriche, per sviluppare tutte quelle calorie occorre bruciare 43.000 tonnellate di nafta.
Vi risparmio i calcoli stechiometrici e vi invito a credermi sulla parola: bruciare tutta quella nafta comporta l’emissione di circa 134.000 tonnellate anidride carbonica pari a 68 milioni di metri cubi e 59.000 tonnellate di vapor d’acqua pari a 73 milioni di metri cubi.
Con un consumo di 522 milioni di metri cubi di aria.

Il calcolo, naturalmente approssimato, non tiene conto dell’illuminazione pubblica né di quella dei negozi. Considerando questi, vogliamo raddoppiare i numeri?

E parliamo di ecologia?

Buon Natale, 
Arturo

Articolo di Arturo Falaschi.


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