#PABlog Tema 2: Una fiaba o una favola moderna
L’immagine di copertina è opera dell’ufficio grafico di a.l.a.
Tanti anni fa, grazie all’impegno di molti insegnanti di un circolo didattico di Livorno, si scriveva (si scriverà ancora?) un giornalino che poi veniva consegnato agli alunni che frequentavano le scuole d’infanzia e le elementari.
A quel tempo mio figlio Fabio aveva quattro anni ed io avevo cominciato la grande corsa che spesso un giovane genitore intraprende per riuscire a condensare nelle poche ore a disposizione dopo il lavoro, la casa, la spesa, la danza della figlia più grandicella, la visita ai nonni, gli imprevisti, gli acquisti indispensabili, il dentista, il controllo dal pediatra…insomma una fatica bestiale. Come si faceva a far tutte quelle cose? Si facevano dei tagli, si proprio come quelli che vengono fatti per far quadrare i bilanci! Ogni genitore faceva i tagli nel settore che preferiva, il mio era nel settore…culinario. Non avevo mai avuto la passione di cucinare, quando frequentavo il liceo e poi l’università, mentre alcuni facevano torte dopo aver finito di studiare, preferivo dipingere o leggere, uscire e vedere gente o farmi un bagno in mare, anche fuori stagione.
Le occasioni in cui i nostri figli si incontravano a casa con i propri amichetti dopo la scuola, cominciavano a farsi sempre più frequenti e al momento della merenda ero quella che offriva schiacciata, pizza e stuzzichini vari rigorosamente acquistati al panificio vicino a casa, al massimo offrivo dei toasts perché quelli avevo imparato a farli da piccola per la mia merenda.
Un giorno mio figlio mi disse che a scuola ci sarebbe stato un concorso: doveva essere proposta una ricetta con gli ingredienti scelti dai bambini durante una gita al supermercato, nell’ambito di un progetto sull’alimentazione; la ricetta ovviamente doveva essere elaborata dai genitori e quella giudicata più originale sarebbe stata pubblicata sul giornalino della scuola. Vedevo già le risatine dei genitori che avrebbero potuto fare gli chef in qualche albergo stellato, mentre gettavano uno sguardo pietoso su una mia ricetta e il mio orgoglio rimase profondamente ferito soprattutto quando colsi l’espressione rassegnata di mio figlio al pensiero che non avremmo neppure partecipato a quel concorso.
In fondo che ci voleva, pensai, avrei consultato qualche ottimo libro di cucina, e il gioco era fatto. Rasserenai Fabio dicendogli che ce l’avrei messa tutta per scrivere una ricetta e se necessario avrei sfruttato le abilità culinarie anche della nonna!
Il giorno seguente le maestre, con sguardo serio, ma un tantino beffardo, ci consegnarono l’elenco degli ingredienti e con la coda dell’occhio vidi l’aspirante chef sbiancare nel volto, mentre leggeva in silenzio il foglio che teneva tra le mani e che impercettibilmente avevano preso a tremare. Le maestre risero di gusto e ci spiegarono che gli alunni avevano liberamente scelto gli ingredienti e che loro avevano fornito solamente spiegazioni sul contenuto delle confezioni sugli scaffali. I bimbi avevano scelto ingredienti che conoscevano perché era ciò che mangiavano nei piatti cucinati per loro in casa e quello che non avevano mai visto e che probabilmente era il cibo dei grandi! Si trattava quindi di un accrocco di ingredienti poco compatibili tra loro anche per i palati più audaci, ma io risi soddisfatta.
Inaspettatamente tutto era andato a mio favore perché se era vero che non sapevo cucinare, potevo giocarmela in termini di fantasia e abilità nello scrivere.
Fu un trionfo, ne venne fuori non tanto una ricetta, ma una storia, una ricetta da favola come citato in alto sull’articolo e i bambini di quella classe, per molto tempo, ogni giorno si sedevano in silenzio e ascoltavano dalle maestre la lettura della novella di Fabiolino!
Elisabetta Lorini
Una delizia! Pochi ingredienti, è vero! ma più che sufficienti per riportare alla memoria di tante mamme il ricordo di infinite merende ..delle altre, le mamme vere, le mamme perfette. E quel meraviglioso gigante corrucciato e pieno di pretese( la maestra criticona e terribile?) che afferra felice gli spaghetti – stuzzicadenti è la rivincita sognata , è poter finalmente rivivere sorridendo tante merende.. perdute! Brava!