#PABlog Tema 6 Un libro da leggere assolutamente
Sul mio comodino un libro occupa da anni una posizione d’onore. Si tratta di un voluminoso tomo blu che ho letto per la prima volta quando ero un giovane di buone speranze, interessato alle lingue, compresi i linguaggi di programmazione, alla musica, alla scienza e alla tecnologia in genere.
Si tratta di Gödel, Escher, Bach: Un’Eterna Ghirlanda Brillante” di Douglas R. Hofstadter, uno stimato professore di scienze cognitive e informatiche.
Ancora oggi, di tanto in tanto, “consulto” GEB, acronimo con cui questo libro viene chiamato per brevità). Lo faccio come fosse un vecchio amico a cui ci si rivolge, non per avere risposte, ma per il piacere che mi danno le sue parole, per riflettere sulla possibilità della mente umana e godere del fascino delle relazioni guidate dal pensiero.
Quest’opera, che fu pubblicata nel 1979, vinse il premio Pulitzer per la saggistica l’anno seguente e conquistò il cuore e la mente di lettori di tutto il mondo, guadagnandosi un posto di rilievo nella storia della letteratura scientifica e filosofica.
Non è mia intenzione naturalmente descrivere nel dettaglio il contenuto di questo libro immenso e audace, desidero invece raccontare perché un giovane poco più che trentenne, un giorno decise di dedicarsi alla lettura di un tomo tanto impegnativo, seppure affascinante e raccontare perché ancora oggi lo considero uno dei libri più importanti della mia biblioteca.
GEB tratta una serie di tematiche molto stimolanti: i linguaggi formali, la matematica, la fisica, la biologia, i paradossi grafici, linguistici e logici, le analogie creative, i dialoghi contrappuntistici, la ricorsività e l’autoreferenzialità.
“La sua complessità non mi spaventa – pensai quando lo sfogliai per la prima volta – non sarà oggetto di un esame e ciò che non capisco alla prima lettura, lo capirò in seguito”.
Quello che mi affascinò fin da subito fu il fatto che GEB sembrava volersi insinuare nel labirinto della mente umana per capire come si formano pensiero e coscienza. Un vero Sacro Graal che sembrava condurre verso la leggendaria, a quel tempo, intelligenza artificiale. Due parole che oggi sono sulla bocca di tutti, ma che trent’anni fa rappresentavano un’utopia affascinante.
Hofstadter esplora i temi del libro attraverso tre giganti: il matematico Kurt Gödel, l’artista grafico M.C. Escher e il compositore Johann Sebastian Bach.
La genialità del primo, con il suo teorema dell’incompletezza, ci spinge a interrogarci sulla natura della verità e della conoscenza.
Le illusioni ottiche, i disegni impossibili di Escher, che rappresentano artisticamente il concetto di infinito, ci invitano a esplorare i confini della percezione e della realtà.
Infine, Bach, con le sue fughe, e i suoi contrappunti intricati e ricorsivi, ci trasporta in un viaggio attraverso la bellezza e la complessità della musica.
Insomma, tre geni uniti in una fuga metaforica su menti e macchine nello spirito di Lewis Carol, come Hofstadter volle in seguito definire il suo libro.
Ma GEB non è una semplice esposizione di teorie e concetti, è un’opera d’arte, una sinfonia di pensiero e creatività che, fin dalle prime pagine, incanta con il suo intreccio di storie, di aneddoti e giochi di parole, paradossi, in un mosaico di scoperte e riflessioni. Attraverso esempi concreti e analogie suggestive, l’autore ci sfida a pensare in modo nuovo e sorprendente, invitandoci a esplorare le intricatissime strutture della mente umana, per scoprire i meccanismi nascosti che permettono di pensare, comprendere, creare.
Gödel, Escher, Bach parla di passioni, di desideri, mostra che la creatività e l’immaginazione sono forze potenti che ci permettono di superare i confini della logica e della razionalità, di esplorare mondi nuovi e sconosciuti, dimostrando che conoscenza e arte sono intrecciate in modo indissolubile e che la bellezza e l’armonia, presenti nella complessità del mondo, sono percepite pienamente solo se apriamo la mente e guardiamo oltre.
Ho scoperto questo libro straordinario, giorno dopo giorno, per anni, accettando la sua sfida, spingendomi a cercare di superare le mie capacità di comprensione e i miei confini culturali.
GEB per me non è stato un libro da “terminare”, ma un obiettivo da raggiungere attraverso la rilettura, la ricerca, il confronto. Questa opera unica mi ha fornito un orientamento, una via di studio e di approfondimento per niente facile da percorrere, insegnandomi che le scoperte, le ricerche che affolleranno il nostro futuro dovranno essere illuminate dalla consapevolezza della nostra umanità e che la coscienza, il connotato più ovvio e più misterioso della nostra mente, dovrà assolutamente guidare le nostre scelte durante il cammino verso il progresso e la conoscenza.
Per coloro che desiderano approfondire e completare gli argomenti di GEB suggerisco anche la lettura di altri due libri dello stesso autore: L’io della mente, 1981 e Anelli dell’io, 2007.
La foto di copertina è stata prodotta dai grafici di a.l.a.
Libro molto affascinante come la storia che hai raccontato. Grazie